Il nutrizionista è un esperto in nutrizione e salute fisica. A differenza di un dietologo, un nutrizionista non è un medico, ma un professionista specializzato in scienze della nutrizione. L’obiettivo principale del nutrizionista è sviluppare una dieta ed un profilo alimentare adattati alle esigenze specifiche del paziente.
La visita nutrizionistica consente al professionista di raccogliere dati sullo stile di vita e sulle abitudini alimentari del paziente al fine di valutarne la salute generale e le relative condizioni mediche.
Il primo incontro con un nutrizionista ha lo scopo di consentire una valutazione completa del soggetto.
Si passa successivamente alla creazione di un piano alimentare individualizzato. La prima visita dura in totale circa 60 minuti e si struttura nei seguenti passaggi:
• individuare la storia alimentare di un soggetto allo scopo di stimare l’apporto calorico, le abitudini alimentari e lo stile di vita del soggetto
• ricostruire la cronologia ponderale del paziente, ovvero informazioni sui cambiamenti di peso nel corso della vita del paziente e sulle diete precedenti.
• anamnesi patologica del paziente, ovvero valutazione dell’eventuale presenza di particolari condizioni cliniche, indagando su eventuali condizioni mediche ereditarie familiari al fine di prevenirle se possibile con il piano alimentare proposto
• valutazione dello stato nutrizionale attuale mediante rilevazione di misure antropometriche quali peso, altezza, circonferenza corporea e grasso sottocutaneo mediante plicometria
• stima del metabolismo basale e del fabbisogno energetico giornaliero
• discussione degli obiettivi che il paziente cerca di raggiungere e delle indicazioni offerte per impostare un programma alimentare il più possibile sostenibile per il paziente, in base alle sue esigenze quotidiane e lavorative
Fondamentali per il percorso del paziente sono le visite di controllo.
La durata complessiva del controllo periodico è di 30-40 minuti, ma la frequenza viene stabilita dal nutrizionista in base alla necessità obiettiva, alle esigenze e necessità del paziente.
Ad ogni esame viene analizzato l’andamento del percorso nutrizionale del paziente attraverso la valutazione delle misure antropometriche del paziente (peso, circonferenza, pliche del corpo) e se il professionista debba apportare eventuali modifiche sulla base dei risultati ottenuti.
Inoltre, gli incontri regolari con un nutrizionista sono di fondamentale importanza per chi intraprende un nuovo percorso alimentare.
Non solo forniscono un efficace supporto pratico ai propri pazienti con consigli e suggerimenti per aiutarli ad affrontare meglio la vita quotidiana, ma assicurano anche un efficace supporto psicologico e danno loro l’energia e la motivazione adeguate.
Non ci sono particolari disposizioni per la preparazione.
Per una corretta valutazione è utile registrare il consumo quotidiano di alimenti e bevande e indicarne il peso nella settimana precedente l’incontro con il nutrizionista. Si consiglia di effettuare la visita con eventuale documentazione clinica in proprio possesso ed esami recenti relativi ad eventuali patologie.
È una dieta adatta a tutti in qualunque stato di salute
La dieta permette di studiare il metabolismo di ciascun individuo, permettendo di capire se siamo davanti a un metabolismo lento o veloce e se la lentezza o velocità siano causate da un metabolismo specifico come quello dei grassi.
Il regime alimentare non prevede particolari privazioni ma al contrario cerca di far raggiungere l’obiettivo desiderato andando a modificare il meno possibile le proprie abitudini. Rappresenta la dieta base dalla quale partire, e in base alle necessità verrà affiancata alle successive.
Il conteggio dei carboidrati (CHO counting) nasce per pianificare il pasto del paziente diabetico insulino dipendente e determinare la dose di insulina strettamente necessaria, in modo da evitare picchi di iper o ipoglicemia post prandiali.
Consiste nel calcolare la quantità totale di carboidrati assunti in un pasto e determinare l’esatta dose di insulina da somministrare in base alla sensibilità individuale.
Infatti ogni individuo a parità di pasto avrà bisogno di dosi differenti di insulina, e anche nell’arco della stessa giornata potrà aver bisogno proporzionalmente di più o meno insulina.
Numerosi studi scientifici dimostrano l’efficacia di questo metodo nel raggiungimento degli obiettivi glicemici prefissati (glicemia, emoglobina glicata) garantendo un’ampia flessibilità nella scelta dei cibi e delle porzioni.
La dieta chetogenica è un particolare protocollo dietetico che può costituire l’alimentazione base in presenza di alcune patologie, perciò non obbligatoriamente dimagrante.
In altri casi invece può essere un utile strumento per coadiuvare la perdita di peso soprattutto nei casi in cui la persona faccia particolare fatica a perdere peso o abbia parecchio peso da perdere in tempi più rapidi.
Essendo però una dieta molto restrittiva e che utilizza particolari metabolismi del nostro organismo, non è adatta a tutti, e nello specifico è sconsigliata in caso di:
diabete di tipo 1, insufficienza epatica, insufficienza renale, patologie cardiache gravi, infarto del miocardio ed ictus, patologie psichiatriche gravi, gravidanza e allattamento, infanzia e adolescenza.
Questa dieta è stata validata a livello scientifico per tutti quei casi in cui si riscontrino disturbi intestinali molto frequenti come dolori addominali, pancia gonfia, disturbi della regolarità intestinale.
Questi rientrano nei disturbi funzionali dell’apparato digerente, tra i quali rientra la sindrome del colon irritabile e colpiscono almeno una persona su dieci, soprattutto di sesso femminile.
I Fodmap sono zuccheri, e si dividono in cinque gruppi: fruttosio, lattosio, polioli, fruttani e galattani. Si trovano in tantissimi alimenti che consumiamo regolarmente, come il frumento, il grano, i latticini, la frutta e diversi vegetali.
Quando questi zuccheri raggiungono l’intestino, fermentano e favoriscono il richiamo di acqua e nelle persone con un disturbo funzionale questa acqua in eccesso non viene riassorbita scatenando sintomi come diarrea e dolori addominali.
La dieta Fodmap punta dunque a eliminare per un periodo questi zuccheri dalla dieta e rieducaregradualmente l’intestino a tollerarli nelle quantità, frequenze e varietà accettate.
Le visite specialistiche nutrizionistiche vengono eseguite dalla Dott.ssa Paola Sechi
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